ADHD negli adulti: oltre la distrazione

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è spesso considerato un disturbo dell’infanzia, ma la scienza ci dice chiaramente che può persistere anche in età adulta. Secondo il DSM-5 (APA, 2013) e le Linee Guida NICE (2018), circa il 50-65% dei bambini con diagnosi di ADHD continua a presentare sintomi anche da adulti, seppur con manifestazioni differenti.

Negli adulti, l’iperattività tende a diminuire: al posto del correre o del continuo agitarsi fisico, troviamo una “irrequietezza interna”, come se la mente fosse sempre in movimento. I principali sintomi riguardano la disattenzione, l’impulsività, la difficoltà nell’organizzazione quotidiana e la gestione del tempo. Molti adulti con ADHD riferiscono di avere mille idee ma di non riuscire a portarne a termine una, di dimenticare appuntamenti, di procrastinare, di perdere oggetti, o di sentirsi sempre “in ritardo” sulla vita.

Spesso la diagnosi arriva tardi, magari dopo che un figlio riceve una valutazione o quando emergono difficoltà significative sul lavoro o nelle relazioni. Questo ritardo può avere un forte impatto sull’autostima, portando a pensieri di inadeguatezza e frustrazione. È importante sapere che l’ADHD non è un problema di volontà o mancanza di impegno, ma una condizione neurobiologica che riguarda il funzionamento dei circuiti cerebrali della dopamina e della noradrenalina (Faraone et al., 2015).

La gestione dell’ADHD in età adulta prevede un approccio integrato:

  • Trattamento farmacologico, dove indicato, con stimolanti (come il metilfenidato) o non stimolanti (atomoxetina).
  • Psicoterapia, in particolare il supporto cognitivo-comportamentale (CBT), utile per sviluppare strategie pratiche di organizzazione e gestione emotiva.
  • Interventi psicoeducativi per comprendere il disturbo e migliorare la consapevolezza di sé.

La buona notizia è che, con la giusta diagnosi e un piano personalizzato, è possibile convivere con l’ADHD in modo funzionale e riscoprire punti di forza spesso trascurati, come la creatività, l’intuizione e la capacità di pensare fuori dagli schemi.

Fonti:

  • American Psychiatric Association. (2013). DSM-5.
  • NICE Guidelines (2018). Attention deficit hyperactivity disorder: diagnosis and management.

Faraone, S. V., et al. (2015). The worldwide prevalence of ADHD: a systematic review and metaregression analysis.

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Dottoressa Federica Rizza

Dott.ssa Federica Rizza, Psicologa-Psicoterapeuta-Specialista in Neuropsicologia. Laureata e Specializzata presso l’Università di Roma La Sapienza, iscritta all’Ordine degli Psicologi del Lazio con n.17264. Ha lavorato per anni presso l’I.R.C.C.S. San Raffaele Roma e l’I.R.C.C.S. Fondazione Santa Lucia per attività clinica con adulti neurologici e in età evolutiva e per attività di ricerca con diverse pubblicazioni scientifiche.

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