Selettività alimentare nei bambini: quando preoccuparsi e come aiutare

Molti genitori si preoccupano quando i propri figli rifiutano certi cibi o mangiano sempre le stesse cose. È importante sapere che una certa selettività alimentare è fisiologica nei bambini piccoli, soprattutto tra i 2 e i 6 anni, fase in cui sperimentano il desiderio di controllo e possono sviluppare diffidenza verso sapori e consistenze nuove. Questo fenomeno è noto come neofobia alimentare.

Tuttavia, quando la selettività diventa molto rigida, si prolunga nel tempo o compromette la crescita, il benessere familiare o la partecipazione sociale (ad esempio a scuola o alle feste), è utile approfondire. In alcuni casi può essere presente un disturbo dell’alimentazione evitante/restrittivo (ARFID), riconosciuto dal DSM-5, oppure una difficoltà legata a una condizione neurodivergente, come l’autismo o l’ADHD.

Le cause della selettività alimentare possono includere:

  • Ipersensibilità sensoriale a odori, consistenze o temperature.
  • Esperienze negative precoci (soffocamento, vomito).
  • Difficoltà nella coordinazione orale o disfagia.
  • Aspetti emotivi, relazionali o comportamentali (es. bisogno di controllo).

Come possiamo intervenire?

  • Evitare pressioni, ricatti o punizioni: forzare il bambino a mangiare può aumentare il rifiuto.
  • Offrire un’esposizione graduale e positiva: anche solo vedere o toccare un alimento può essere un passo avanti.
  • Favorire la partecipazione alla preparazione dei pasti, trasformandola in un gioco condiviso e senza giudizio.
  • Mantenere routine e contesti sereni a tavola, evitando conflitti o distrazioni (come tablet o TV).
  • Proporre più volte gli stessi alimenti, in modi diversi, rispettando però i tempi del bambino.

Se la selettività è molto marcata o interferisce con la nutrizione, può essere utile un percorso con professionisti esperti, come terapisti occupazionali, logopedisti o neuropsicomotricisti, spesso in équipe multidisciplinare.

Ricordiamoci che il cibo non è solo nutrizione, ma anche relazione, piacere e autonomia. Aiutare un bambino selettivo significa accogliere le sue difficoltà senza etichettarle come capricci, valorizzando ogni piccolo progresso.

Fonti:

  • American Psychiatric Association. (2013). DSM-5.
  • Dovey, T. M., et al. (2008). Food neophobia and ‘picky/fussy’ eating in children: A review. Appetite, 50(2–3), 181–193.
  • Sharp, W. G., et al. (2017). Feeding problems and nutrient intake in children with autism spectrum disorders. Research in Autism Spectrum Disorders, 23, 58–72.

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Dottoressa Federica Rizza

Dott.ssa Federica Rizza, Psicologa-Psicoterapeuta-Specialista in Neuropsicologia. Laureata e Specializzata presso l’Università di Roma La Sapienza, iscritta all’Ordine degli Psicologi del Lazio con n.17264. Ha lavorato per anni presso l’I.R.C.C.S. San Raffaele Roma e l’I.R.C.C.S. Fondazione Santa Lucia per attività clinica con adulti neurologici e in età evolutiva e per attività di ricerca con diverse pubblicazioni scientifiche.

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