Lo svezzamento, oggi più correttamente chiamato “alimentazione complementare”, è il momento in cui il bambino comincia a introdurre cibi solidi o semisolidi accanto al latte (materno o artificiale). Si tratta di una tappa fondamentale dello sviluppo, che va affrontata con calma e fiducia, seguendo il ritmo e i segnali del bambino.
Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2020) e della Società Europea di Gastroenterologia Pediatrica (ESPGHAN, 2017), l’alimentazione complementare dovrebbe iniziare non prima dei 4 mesi e non oltre i 6 mesi di età, quando il bambino mostra segni di prontezza:
- Sta seduto con un minimo di supporto.
- Ha perso il riflesso di estrusione (non spinge fuori il cibo con la lingua).
- Mostra interesse per ciò che mangiano gli adulti.
- Riesce a portare oggetti alla bocca.
Non esiste un unico modo “giusto” per iniziare: si può seguire uno svezzamento tradizionale con pappe e cucchiaino, un approccio più libero come l’autosvezzamento (dove il bambino mangia da solo cibi in piccoli pezzi), o una via mista. L’importante è che l’alimentazione sia varia, equilibrata e sicura, sempre sotto supervisione durante i pasti.
L’introduzione dei cibi deve avvenire gradualmente, rispettando i tempi del bambino e senza ansie. È normale che inizialmente assaggi solo piccole quantità o rifiuti certi sapori: la conoscenza del cibo è anche un’esperienza sensoriale e relazionale. Forzare, insistere o mostrare frustrazione può rendere il momento dei pasti stressante.
È utile ricordare che:
- Il latte resta l’alimento principale fino a circa 12 mesi.
- Non servono schemi rigidi: ogni bambino ha gusti e tempi diversi.
- È importante evitare il sale, lo zucchero aggiunto e il miele sotto l’anno di età.
- Le consistenze devono essere adeguate allo sviluppo della masticazione e della deglutizione.
Lo svezzamento non è solo nutrizione, ma anche scoperta, esplorazione e relazione. Mangiare insieme, con calma e senza distrazioni (come TV o tablet), aiuta a costruire un rapporto sano con il cibo fin dai primi anni.
Quando ci sono dubbi su crescita, reazioni ai cibi o comportamenti alimentari, è bene confrontarsi con il pediatra o un professionista dell’alimentazione infantile. Ogni bambino è unico, e lo svezzamento può essere un viaggio piacevole se vissuto con serenità e flessibilità.
Fonti:
- OMS (2020). Complementary feeding: report of the global consultation.
- ESPGHAN Committee on Nutrition (2017). Complementary Feeding: A Position Paper.
- Ministero della Salute (2018). Linee di indirizzo per l’alimentazione nei primi 1000 giorni.