Sentiamo spesso parlare di ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), oggi cerco di spiegarvi brevemente di cosa si tratta.
Che cos’è?
È un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da difficoltà nel prestare attenzione e mantenere la concentrazione, da comportamenti impulsivi e da irrequietezza motoria.
L’ADHD non si osserva solo nei ragazzi ma anche negli adulti: oltre due terzi degli adolescenti a cui è stato diagnosticato questo disturbo in età infantile, continua a presentare i sintomi anche in età adulta con conseguenze nella vita familiare, di coppia e lavorativa.
Le persone con ADHD hanno un grande potenziale intellettivo, questo spesso porta a sottovalutare il disturbo e a richieste eccessive in vari ambiti (scuola, lavoro ecc.).
Questo perché non sempre si è consapevoli dell’aspetto neurobiologico dell’iperattività.
Es. chiederesti mai ad una persona miope di guidare da Roma a Bari senza occhiali? Credo di no, perché? Perché la miopia è un disturbo neurobiologico.
Chiederesti ad un bambino o un adulto iperattivo di controllare i suoi movimenti, stare seduto tanto tempo e controllare la sua impulsività? Spesso accade, perché? Perché spesso si pensa che questi comportamenti siano un problema solo di educazione o che il bambino lo faccia apposta.
Invece…
Anche l’ADHD ha un’origine neurobiologia e questo è molto importante per il trattamento, in quanto i sintomi presenti dipendono da un funzionamento divergente di aree frontali del cervello, responsabili di processi cognitivi come la pianificazione e l’organizzazione dei comportamenti, l’attenzione e il controllo inibitorio.
Può essere coinvolta anche la regione cerebrale che regola le emozioni (sistema limbico) e quindi è molto importante considerare anche sintomi di natura più psicologica (ansia, depressione, bassa autostima). Può associarsi ad altre difficoltà come quelle scolastiche o comportamenti e quindi è molto importante effettuare una diagnosi precoce.
Esistono diversi sottotipi di ADHD: l’ADHD con disattenzione predominante, ADHD con iperattività/impulsività predominanti e ADHD combinato.
Quali sono i principali sintomi attentivi?
- Non riesce a prestare e mantenere l’attenzione e ha difficoltà ad organizzarsi nei compiti e nelle attività
- Evita compiti che richiedono sforzo mentale prolungato
- Perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per es. matite, libri, chiavi, portafogli…)
Quali sono i principali sintomi dell’iperattività?
- Muove mani e piedi o non riesce a stare fermo sulla sedia a lungo tempo
- Corre e salta dovunque in modo eccessivo in diverse situazioni
- Ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo
- È spesso “molto energico” o agisce come se fosse “a motore”
- Parla troppo
Quali sono i principali sintomi di impulsività?
- Spesso da risposte affrettate prima che le domande siano state completate
- Ha difficoltà ad attendere il proprio turno e ad autoregolarsi
- Spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti (per es. si intromette nelle conversazioni o nei giochi)
- Presenta crisi di regolazione emotiva e iperfocus quando vuole ottenere qualcosa
- Difficoltà a regolarsi con cibo o giochi
Ecco allora alcuni consigli per bambini con ADHD
- Crea una routine: stabilire una routine giornaliera prevedibile aiuta i bambini con ADHD a sentirsi più organizzati e sicuri.
- Dai istruzioni chiare e concise: spiega le cose in modo semplice e diretto, suddividendo le istruzioni in passaggi più piccoli, se necessario.
- Utilizza strumenti di supporto visivo: utilizza calendari, promemoria agende visive, liste di controllo per aiutare il bambino a seguire le attività e ad essere più sicuro.
- Offri pause frequenti: consentire al bambino di fare pause regolari durante le attività può aiutare a ridurre l’iperattività e migliorare la concentrazione.
- Usa il movimento: aggiungi attività fisiche o pause attive durante il giorno, come breve esercizio o giochi all’aperto per aiutare a canalizzare l’energia in modo positivo.
- Crea un ambiente tranquillo e consola: aiuta il bambino a capire che non è sbagliato, abbraccialo, consolalo, calmalo e amalo così com’è.
- Premia i successi: riconoscere e premiare il comportamento positivo e i successi del bambino, incoraggiandolo a continuare a fare del suo meglio.
Coinvolgi tutta la famiglia e gli insegnanti: lavorare in collaborazione con tutte le persone che interagiscono con il bambino è fondamentale per creare un ambiente di supporto e sviluppo efficace.
Cosa non fare
Non pretendere che il bambino stia fermo.
Non alzare la voce.
Non interpretare il suo comportamento come una provocazione.
Non sottolineate il suo comportamento negativo davanti agli altri.
Non abbiate paura di chiedere aiuto.
Quale trattamento?
Il trattamento dell’ADHD può essere sia farmacologico che psicologico, talvolta nei casi che necessitano di maggiore sostegno, l’approccio combinato sembra essere più efficace.
La psicoterapia cognitivo comportamentale (CBT) e la neuropsicoterapia, permettono di sviluppare importanti abilità attraverso tecniche cognitive; infatti, i pazienti imparano a ottimizzare l’organizzazione del tempo, sviluppare le capacità organizzative e le abilità di problem solving. Si lavora anche sull’aumento dell’autostima, sui pensieri negativi legati al fallimento scolastico e lavorativo, e sulle abilità relazionali.
Gli studi presenti in letteratura hanno riportato benefici dell’utilizzo di tecniche di mindfulness nell’ADHD. Infatti, praticare con costanza la Mindfulness può influire sullo sviluppo del nostro cervello. Gli studi di neuromaging (la tecnologia che ci permette di visualizzare le parti del cervello) hanno permesso di evidenziare gli effetti neurofisiologici di una pratica costante della Mindfulness.
EFFETTO NEUROFISOLOGICO | BENEFICIO |
Aumento del volume della corteccia prefrontale | Miglioramento della nostra attenzione e concentrazione |
Riduzione del volume dell’amigdala | Riduzione di ansia, paura e stress |
Aumento dello spessore dell’ippocampo | Maggiori capacità nella memoria e capacità visuo-spaziali |
Aumento di neurotrasmettitori come serotonina e melatonina | Miglioramento del nostro umore e del sonno |
Infine, il parent training: è importante non trascurare il lavoro con i familiari per gli adulti così come per i bambini. È molto importante per capire e fronteggiare le situazioni che si creano quotidianamente in casa o a livello relazionale.
RICORDA: ogni bambino è unico, quindi è importante adattare questi suggerimenti alle esigenze specifiche del tuo bambino con ADHD.
Non è mai tardi per prenderti cura di te, se sei un adulto e pensi di avere delle difficoltà di attenzione mai diagnosticate, recati da uno specialista e fai un approfondimento.
Bibliografia:
Arcangeli, D. (2020). ADHD: cosa fare (e non). Guida rapida per insegnanti – Scuola primaria. Erikson.
Franco, B. (2020). Il superpotere della mindfulness. Gribaudo.
Dott.ssa Federica Rizza
Neuropsicologa
Con la collaborazione delle spcializzande: Martina Calò e Letizia Cosso
#insiemesipuò