Sviluppo del linguaggio

Alla scoperta delle tappe di sviluppo linguistico del tuo bambino

Oggi esploreremo le tappe di sviluppo del linguaggio e i suoni che i bambini acquisiscono con la crescita.

È molto importante ricordare che ogni bambino è unico, ma se ti accorgi che il tuo bambino ha difficoltà nello sviluppo linguistico, parlane con il tuo pediatra e valuta un’eventuale visita di approfondimento.

Linguaggio ed emozioni sono interconnessi, il bambino che ha problemi di comunicazione potrebbe avere delle difficoltà emotive e comportamentali perché frustrato di non riuscire ad esprimere bene i suoi bisogni.

LE COMPONENTI DEL LINGUAGGIO

  • LIVELLO FONETICO-FONOLOCICO, che può essere a sua volta suddiviso in due componenti:
  • fonetica: studia i suoni, i fonemi della nostra lingua e ne distingue i tratti fondamentali dell’articolazione;
  • fonologia: studia la modalità di selezione e di abbinamento dei fonemi per combinarli in parole.
  • LIVELLO SEMANTICO-LESSICALE, che si compone di:
  • lessico: è il magazzino delle parole che ciascun individuo possiede;
  • semantica: fa riferimento all’organizzazione dei significati secondo categorie concettuali.
  • LIVELLO MORFO-SINTATTICO, che si compone di:
  • morfologia: si può suddividere a sua volta in morfologia libera (articoli, preposizioni) e morfologia legata, ovvero prefissi e suffissi che regolano gli accordi di genere (maschile e femminile) e di numero (singolare e plurale), oltre che i tempi verbali;
  • sintassi: regola la combinazione delle parole nelle strutture frasali per cui, attraverso un numero finito di elementi, è possibile produrre un numero infinito di combinazioni corrette.
  • LIVELLO PRAGMATICO. Si tratta di una componente non strettamente linguistica, poiché coinvolge anche aspetti cognitivi e sociali. Rientrano in questa componente:
  • la capacità di richiamare l’attenzione dell’interlocutore perché riconosca la nostra intenzione comunicativa;
  • la ripetizione dell’enunciato quando ci si accorge che l’interlocutore non ha compreso il messaggio;
  • il rispetto dell’alternanza dei turni della conversazione, riconoscendo i segnali linguistici e prosodici che segnalano che l’interlocutore ha completato il suo messaggio;
  • il comprendere le diverse accezioni che una stessa parola può acquisire a seconda del contesto (ad esempio, la parola «punto»: di punto in bianco, punto croce, punto e virgola, punto di una retta, mettere a punto il motore, punto a capo, punto di vista, ecc.);
  • il comprendere modi di dire e proverbi, ovvero l’andare oltre il significato letterale dell’enunciato per inferire un significato implicito.

LE TAPPE DELLO SVILUPPO LINGUISTICO

  1. FASE PRE LINGUISTICA (0-12 MESI): durante questa fase i bambini iniziano a sviluppare le basi per la comunicazione. I primi suoni che emettono sono gli “agugu” e i “bababa”, man mano che crescono iniziano a fare vocalizzazione diverse, come gorgheggi e suoni consonantici. A questo punto i suoni come “m”, “n”, e “p” sono spesso i primi suoni consonantici che acquisiscono.

In questo periodo è molto importante osservare anche la presenza di gesti e della prima interazione comunicativa (se il bambino ti segue con lo sguardo, se risponde al sorriso o a rumori ecc.).                              

  • FASE LINGUISTICA INIZIALE (12-24 MESI): durante questa fase i bambini iniziano ad acquisire le prime parole e a combinare parole semplici. Iniziano a pronunciare suoni consonantici come “d”, “t” e “k”. Le prime parole sono spesso nomi di persone o oggetti familiari, ad esempio “mamma”, “papà” e “ciao”.
  • FASE DEL LINGUAGGIO IN CRESCITA (2-3 ANNI): durante questa fase i bambini iniziano ad ampliare il loro vocabolario e a formare frasi più complesse. Acquisiscono ulteriori suoni consonantici come “g”, “b”, “f”. Iniziano a utilizzare pronomi, aggettivi e verbi semplici. Combinano parole per formare frasi come “voglio il latte” o “giochiamo nel parco”.

In questo periodo è importante monitorare come i bambini posizionano la lingua, come si esprimono con i gesti, non anticipandoli. Possiamo leggere delle storie semplici e rinforzare le varie parole enfatizzandole.

  • FASE DEL LINGUAGGIO AVANZATO (4-5 ANNI): durante questa fase i bambini sviluppano una maggiore padronanza del linguaggio, acquisiscono suoni consonantici più complessi come “s”, “z” e “r”. Iniziano a utilizzare frasi più complesse, con più dettagli e collegamenti logici, comprendono e utilizzano regole grammaticali più avanzate.

Il suono “r” è uno degli ultimi a comparire e talvolta può non emergere. Non spaventarti e in ogni caso se hai dubbi chiedi al tuo pediatra o ad un logopedista.

  • FASE DEL LINGUAGGIO MATURATO (6-12 ANNI): durante questa fase i bambini consolidano e affinano le loro abilità linguistiche, i suoni consonante come “V”, “L” e “J” vengono acquisiti, sviluppano una maggiore consapevolezza delle regole grammaticali e affinano le loro capacità di comprensione e produzione del linguaggio scritto.

In questo periodo è importante monitorare come il bambino impugna la penna, come impara a scrivere o disegnare, come interiorizza le regole grammaticali e le sue abilità di studio.

Se noti delle difficoltà puoi aiutare il tuo bambino nel suo percorso di apprendimento scolastico.

Ricorda che ogni bambino ha un tempo di sviluppo del linguaggio, alcuni bambini possono raggiungere le tappe di sviluppo del linguaggio in anticipo o in ritardo rispetto ad altri. È importante fornire un ambiente ricco di stimoli linguistici, comunicare con il bambino in modo efficace e stimolare il suo interesse per il linguaggio attraverso giochi interattivi, letture e conversazioni. Poniti alla sua altezza e fai in modo che ti imiti.

Se ti accorgi però, che intorno ai due anni il tuo bambino presenta ancor un linguaggio immaturo, contatta un esperto.

È importante anche non sottovalutare un eventuale difficoltà del bambino già dai 2 anni perché sviluppo linguistico ed emozioni sono connesse.

I bambini con difficoltà di linguaggio possono provare frustrazione, tristezza o rabbia a causa della loro incapacità di comunicare in modo efficace. Potrebbero avere difficoltà a comunicare i loro bisogni, desideri o preoccupazioni, il che può portare ad una sensazione di impotenza e talvolta a disturbi comportamentali.

Potrebbero anche avere problemi di attenzione o di relazione che vanno monitorati e supportati.

Ricordate che ogni bambino è un individuo unico e può reagire in modo diverso alle difficoltà di linguaggio. Sii paziente, empatico e pronto ad adattare le strategie in base alle esigenze del bambino, fornisci un ambiente amorevole, aiutalo con stimoli visivi e gesti e se da solo non riesci, chiedi un consulto al pediatra.

#insiemesipuò

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Dottoressa Federica Rizza

Dott.ssa Federica Rizza, Psicologa-Psicoterapeuta-Specialista in Neuropsicologia. Laureata e Specializzata presso l’Università di Roma La Sapienza, iscritta all’Ordine degli Psicologi del Lazio con n.17264. Ha lavorato per anni presso l’I.R.C.C.S. San Raffaele Roma e l’I.R.C.C.S. Fondazione Santa Lucia per attività clinica con adulti neurologici e in età evolutiva e per attività di ricerca con diverse pubblicazioni scientifiche.

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